Scoperto nel cervello un nuovo ‘bersaglio’ farmacologico contro l’Alzheimer
Ogni 3 secondi, nel Mondo, una persona si ammala di demenza. La malattia di Alzheimer è la forma più comune perché rappresenta il 60% di tutti i casi. Si tratta di un processo degenerativo che colpisce progressivamente le cellule cerebrali, provocando il declino progressivo delle funzioni cognitive e il deterioramento della personalità e della vita di relazione. L’Alzheimer è infatti considerata una delle emergenze del futuro: nel 2050 l’Oms valuta che saranno 70 milioni le persone colpite nel mondo, in Italia circa 1,2 milioni. A oggi ancora non è stata trovata una cura contro questa patologia. Per questo sono sempre di più i colossi farmaceutici che investono sullo studio di un medicinale per combattere questa malattia.
Fino ad ora, la maggior parte dei medicinali utilizzati per la demenza prendeva di mira le placche amiloidi nel cervello, che sono una caratteristica delle persone con Alzheimer. Ma questo nuovo studio, dell’Università di Southampton, suggerisce che in realtà il bersaglio deve essere l’infiammazione cerebrale causata da un accumulo di cellule immunitarie della microglia. Nell’esperimento, pubblicato su ‘Brain’, un farmaco usato per bloccare la produzione di queste cellule, dette microgliali, nel cervello dei topi ha avuto un effetto positivo. Gli esperti parlano di “parlano di risultati emozionanti” che nel tempo “potrebbero portare a nuove cure” per combattere questa patologia. Nei topi è stato usato un medicinale che blocca un recettore – chiamato Csf1r – responsabile dell’aumento delle cellule microgliali nel cervello, e ora “il passo successivo sarà di lavorare a stretto contatto con i nostri partner nel settore per trovare un farmaco sicuro e adatto che possa essere testato negli esseri umani”.
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