Infarto: morti dimezzate in 50 anni
Si muore di meno ma i “brutti vizi” sono ancora i principali responsabili dell’infarto: ecco le conclusioni dell’ultimo congresso dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, riuniti in congresso a Venezia il mese scorso per celebrare il 50esimo anniversario. Negli ultimi 50 anni i decessi per infarto si sono dimezzati, come se gli abitanti di due grandi città come Firenze e Bologna fossero stati salvati. Negli anni 60 l’infarto colpiva in media i 40-50enni e chi si salvava veniva comunque considerato invalido a vita. Oggi questa patologia è diventata un “problema da vecchi”: colpisce in media intorno ai 70 anni, il recupero è rapido e si muore di meno. Infatti la mortalità per chi viene ricoverato in UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica) è del 3%.
Alle buone notizie si affiancano ancora abitudini e vizi pericolosi: Fumo, sedentarietà e stili di vita scorretti sono ancora i fattori di rischio maggiori nel calcolo del rischio cardiovascolare.
E’ importante quindi, fin da giovani, adottare uno stile di vita sano perchè la salute del cuore non è solo un problema degli anziani. Visite periodiche dal cardiologo aiutano a prevenire e ad intervenire prontamente in caso di problematiche cardiache.
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