Giornata Mondiale del Cuore 2014
Oggi, 29 settembre, si celebra la 14° Giornata mondiale del cuore (World Heart Day), ricorrenza promossa dalla World Heart Federation, in accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, al fine di aumentare la consapevolezza riguardo alla salute in ambito cardiologico e la prevenzione delle patologie cardio-cerebro-vascolari. Ogni anno la giornata è incentrata su un aspetto specifico del problema: lo slogan scelto per il World Heart Day 2014 è “Live, work, play, join” – “Vivi, lavora, gioca, partecipa”, con l’obiettivo di creare ambienti sani e garantire che le persone siano in grado di fare scelte salutari per il cuore ovunque essi vivano, lavorino e giochino. La Giornata Mondiale del Cuore 2014 incoraggia a ridurre il rischio cardiovascolare e promuove un pianeta cuore-sano per tutti.
Le malattie cardio-vascolari non si manifestano infatti in modo improvviso nell’età adulta, molte di esse, come l’aterosclerosi che è alla base dell’infarto e dell’ictus, si sviluppano per fattori di rischio (come la cattiva alimentazione, la sedentarietà, il fumo, l’abuso di alcol) che agiscono in età molto precoci della vita, e si sviluppano in modo silente o apparentemente senza sintomi per lungo tempo. Corretti stili di vita possono quindi portare ad una riduzione anche del 50% di queste malattie, ed è per questo che una lotta efficace alle sofferenze e alla mortalità causate da malattie cardiovascolari deve partire dai giovani. Creare “ambienti che siano salutari per il cuore” è quindi il focus dell’edizione 2014 della Giornata Mondiale del Cuore. Ma uno stile di vita insalubre troppo spesso non dipende da una nostra scelta, esso ci viene imposto dalle condizioni ambientali in cui viviamo, come nel caso della disponibilità di cibo sano, di aree smoke-free, di zone verdi e isole pedonali dove sia possibile muoversi liberamente e facilmente, praticando attività fisica. Diviene quindi sempre più importante assicurare e sostenere condizioni che assicurino scelte sane a tutti, ovunque essi vivano o lavorino, incoraggiando a ridurre il proprio rischio cardiovascolare. Dare ad ognuno il diritto di fare “Scelte per il cuore che NON siano scelte difficili” è proprio uno degli slogan del programma nazionale “Guadagnare Salute-Rendere facili le scelte salutari”.
I fattori di rischio per le malattie cardiovascolari (prima causa di morte in Italia e nel mondo, con 17,3 milioni di decessi l’anno) sono stati oggi tutti identificati e la loro reversibilità è largamente dimostrata, pertanto la malattia è prevenibile ed è possibile evitare di ammalarsi di infarto e di ictus attraverso cambiamenti di stili di vita. Focus particolarmente “caldo” anche in vista di Expo 2015, il cui tema “Nutrire il Pianeta” rinnova l’invito ad affrontare la salute dei cittadini con un approccio globale, ponendo l’attenzione sui corretti stili di vita che favoriscono la riduzione di quei fattori di rischio e delle cattive abitudini che sono la causa principale della malattie cardiovascolari. Monito ribadito anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che quest’anno invita le nazioni di tutto il mondo a ridurre del 25% i decessi prematuri legati alle malattie cardiovascolari entro il 2025. Certo un obiettivo ambizioso, che richiederà di convogliare grande attenzione sulle MCV ed in particolare sulla prevenzione, sia primaria che secondaria, ma un obiettivo raggiungibile. Scopo della Giornata odierna è infatti proprio la diffusione della consapevolezza che circa l’80% delle morti premature dovute alle malattie cardiovascolari potrebbero essere evitate se i 4 fattori di rischio principali – abitudine al fumo, alimentazione non corretta, inattività fisica e abuso di alcol – fossero tenuti sotto controllo.
Nel frattempo sono stati resi noti in Italia alcuni dati relativi alle abitudini alimentari e agli stili di vita della popolazione adulta (età 35-74 anni) raccolti attraverso l’indagine Oec/Hes-Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health Examination Survey condotta nel 2008-2012. Sono state considerate “corrette” le seguenti abitudini alimentari:
- consumo giornaliero di verdura corrispondente o superiore a 200 grammi (pari a 2-3 porzioni)
- consumo giornaliero di frutta compreso fra 200 e 500 g (pari a 2-3 porzioni)
- consumo di pesce almeno 2 volte a settimana (circa 150 g per porzione)
- consumo di formaggi per non più di 3 volte a settimana (circa 75 g per porzione)
- consumo di salumi e insaccati per non più di due volte a settimana (circa 50 g per porzione)
- consumo di dolci per non più di 2 volte a settimana (circa 100 g per porzione)
- consumo di bibite zuccherate inferiore a una la settimana (circa 330 ml, ovvero una lattina)
- il consumo di alcol non superiore a 20 g al giorno per gli uomini e non più di 10 g per le donne, corrispondenti alla somma del consumo di vino, birra e superalcolici.
La popolazione è stata quindi suddivisa in coloro che non avevano alcun comportamento alimentare sano o solo uno, in coloro che avevano rispettivamente 2, 3, 4, e 5 o più comportamenti alimentare sani. Ne è risultato che solo il 30% della popolazione della fascia di età adulta consuma giornalmente una quantità di verdura adeguata (pari a 2-3 porzioni al giorno), un po’ più del 30% consuma pesce almeno 2 volte a settimana e solo il 15% consuma dolci secondo le raccomandazioni. Meglio invece con il consumo raccomandato di frutta e quello adeguato di formaggi. Importanti differenze di genere si hanno poi nel consumo adeguato di salumi e insaccati e in quello di alcol. Non segue nessuna indicazione alimentare corretta il 2,7% degli uomini e lo 0,6% delle donne, mentre l’11% degli uomini e il 24 % delle donne presentano un numero di comportamenti alimentari corretti compreso tra 5 e 8. È stata quindi valutata la prevalenza delle persone che seguivano uno stile di vita corretto, includendo in questo gruppo coloro che dichiaravano di non essere fumatori, di svolgere attività fisica regolare e di avere un consumo alimentare assimilabile ad almeno 5 fra gli otto comportamenti alimentari corretti: dai dati emerge che in questi parametri rientra solo il 7% degli uomini e il 12,8% delle donne.
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