Episodio 6: “La felicità”
Tutti sappiamo cos’è fino a quando non dobbiamo definirla
Mattia: Leo esci con noi a fare un giro?
Leonardo: Non posso, devo ancora finire il tema di italiano sulla felicità per venerdì…
Mattia: Eh, ti capisco, anche io ci ho messo un bel po’!
Leonardo: Ma si, è difficilissimo, e non credevo! Pensa che per trovare ispirazione mi sono messo ad intervistare mamma, papà, zii e nonni, persino mia sorella di 7 anni, ma ognuno dice la sua e tutte cose diverse!
Mattia: Hai ragione… Sembra banale come argomento, parliamo sempre della felicità, felicità, felicità, ma in realtà non sappiamo bene cosa sia veramente.”
Vi siete mai fermati un momento a chiedervi “Cos’è la felicità?”, “Io sono felice? Lo sono davvero?”. Se lo avete fatto, probabilmente avrete visto che non è un concetto così semplice da definire in maniera universale. Possiamo pensare alla felicità come ad uno stato di benessere che si costruisce nel tempo, a differenza, ad esempio, della gioia che invece è un’emozione molto più intensa ma più breve.
Non esiste una formula magica che ci renda felici, proprio perché la felicità è un qualcosa di soggettivo che risente delle differenze culturali, d’età, degli accadimenti di vita personali, dei valori di ognuno di noi. Per un anziano potrebbe essere circondarsi di persone a lui care, per un giovane adulto costruirsi una carriera lavorativa soddisfacente, per un bambino giocare al parco con gli amichetti. Tuttavia, indipendentemente da fattori come il periodo storico o l’età, noi tutti per essere felici abbiamo bisogno di sentirci sicuri, ossia di provare un senso di protezione, liberi da minacce e preoccupazioni. Oltre alla sicurezza, in quanto animali sociali, necessitiamo di essere connessi all’altro, di poter condividere i nostri pensieri, i nostri sentimenti, trovare supporto e vicinanza emotiva. Abbiamo bisogno, inoltre, di appartenere ad un gruppo, di sentirci integrati in una società. Proprio per questo, talvolta tendiamo a confrontarci con gli altri e a chiederci: “Sono bravo come loro? Sto facendo la cosa giusta? Sono abbastanza capace?”. Alcune volte la risposta è no, e quando notiamo qualcosa di noi che non ci piace, che non ci soddisfa, vorremmo modificarla a tutti i costi. Che sia un aspetto del nostro carattere, un comportamento che solitamente tendiamo a mettere in atto, un’emozione che vogliamo evitare di provare, abbiamo la convinzione di non essere mai abbastanza. Tuttavia, per essere felici è importante accettare non solo noi stessi, ma anche ciò che ci accade. Lo riconosciamo, può essere faticoso. Per questo talvolta potremmo avere bisogno di qualcuno che ci accompagni in questo percorso e ci aiuti ad essere consapevoli che la vita prevede anche momenti dolorosi, che abbiamo dei difetti con cui possiamo convivere, che ci può capitare di dover avere a che fare con persone che non ci piacciono. La felicità non è qualcosa da raggiungere, bensì da costruire. Ognuno di noi può scoprire cosa significa, per lui, essere felice. La sfida allora è interrogarsi e sviluppare consapevolezza di sé, dei propri valori, dei propri bisogni e dei propri obiettivi. Cosa significa per te essere felice?
Se ti fa piacere condividere con noi cos’è per te la felicità, scrivici a psicologia@poliambulatorioberdan.it
Per approfondimenti:
- Jon Kabat-Zinn, “Vivere momento per momento. Sconfiggere lo stress, il dolore, l’ansia e la malattia con la saggezza di corpo e mente”. 2010, TEA.
- Manuela Zambianchi, “La psicologia positiva”. 2015, Carocci.
- Stephen Porges, “La teoria polivagale. Fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell’attaccamento, della comunicazione e dell’autoregolazione”. 2014, Giovanni Fioriti.