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Disturbi alimentari, 2 milioni di ragazzi soffrono di anoressia e bulimia

Durante il Corso Nazionale della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA), a Bologna, si è parlato di oltre due milioni di adolescenti che soffrono di questi disturbi, un dato preoccupante che sembra essere leggermente sottostimato vista la difficoltà per i pazienti nel parlare di questi problemi. E’ una patologia che colpisce in misura maggiore i Paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo, e la cui incidenza è grande nelle fasce giovanili della popolazione e che ultimamente ha visto un notevole abbassamento dell’età di insorgenza scesa anche all’età di 8-12 anni, ma che generalmente si manifesta tra i 15 ed i 19 anni d’età. Parliamo di varie patologie delle quali le più conosciute sono la Bulimia e l’Anoressia ma che includono anche malattie quali il Disturbo da alimentazione incontrollata (BED), l’Obesità ed il Picacismo, un disturbo ossessivo compulsivo che induce i soggetti a mangiare sostanze non edibili, come cotone, carta, eccetera. Queste malattie, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), costituiscono la seconda causa di morte tra adolescenti dopo gli incidenti stradali, ed in particolare colpiscono la popolazione femminile soprattutto per quanto concerne l’Anoressia e la Bulimia. Ci sono poi una serie di fattori di rischio che riguardano gli aspetti biologici, psicologici e sociali che interagiscono nel creare le condizioni scatenanti, cosi come ci sono gli aspetti familiari che sembrano giocare un ruolo fondamentale.

Il presidente della SIMA, Pier Nicola Garofalo, ha parlato di un fenomeno allarmante nel quale spesso i genitori mostrano di non preoccuparsi per i comportamenti alimentari insani dei propri figli come ad esempio il sottoporsi a continue diete per mesi, che  possono virare all’improvviso in un  disturbo del comportamento alimentare nei soggetti predisposti. Per questa e per il pericolo che tali comportamenti si possano trasformare in una sorta di epidemia fra gli adolescenti, la SIMA ha predisposto e pubblicato una monografia sui DCA per spiegare che esistono possibilità di curare queste patologie attraverso una diagnosi precoce legata alla identificazione di alcuni segnali quali l’eccessiva preoccupazione per il peso, il contare continuamente le calorie mangiate, il sentirsi grassi pur con un peso normale, ed una serie di cambiamenti emotivi  che portano l’adolescente ad essere irritabile,triste ed asociale. Diviene importante quindi il dialogo fra la famiglia , il pediatra od il medico di famiglia che possono consigliare i genitore su come affrontare un cammino per aiutare il figlio/a adolescente ad uscire fuori dal problema.

L’anoressia insorge, nella maggior parte dei casi, durante l’adolescenza mentre la bulimia può insorgere anche più tardi. E normale che nel corso della propria vita si possa attraversare periodi in cui non si ha voglia di mangiare o, al contrario, si provi un intenso desiderio di cibo. Si tratta di fluttuazioni che si verificano in adolescenza ma che, in genere, sono fisiologiche. La difficoltà sta infatti nel comprendere se quel particolare momento è solo un disturbo momentaneo o, invece, c’è la necessità di intervenire. In via del tutto generale, l’adolescente inizia ad avere difficoltà a riconoscersi nel proprio corpo. E’ una fase delicata in cui il corpo cambia, appaiono i segni della funzione riproduttiva e ciò non può essere controllato, circostanza che può modificare la relazione della ragazza con se stessa e con gli altri. Uno dei tentativi per controllare questo cambiamento passa attraverso il controllo dell’alimentazione che può essere ridotta anche ai limiti della sopravvivenza. Ecco quindi che il cibo viene assunto in maniera saltuaria, preferibilmente in solitudine, dando la preferenza ad alimenti a basso contenuto calorico. Il soggetti bulimici, al contrario degli anoressici, non conoscono il controllo ma la sconfitta. Non si mangia in relazione al fabbisogno calorico ma, anche in questo caso, per uno squilibrio della relazione con il mondo esterno e con se stesse.

Se parliamo di emozioni dominanti, nei soggetti anoressici trionfa il senso di vittoria che deriva dal controllo, mentre in quelli bulimici si cede, senza potersi difendere, a saziare una fame che non è del corpo ma dell’anima. Quando la sazietà sopraggiunge si è invasi da sensi di colpa devastanti che conducono al vomito indotto che lascia frastornate e doloranti.

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