Dieta mediterranea, fa bene alla salute e al portafoglio
Una settimana al fast food costa oltre 130 euro, 48.17 euro è invece la spesa settimanale della dieta corrente, molto sbilanciata, degli italiani. Basterebbero 2 euro in più per una dieta (mediterranea) sana ed equilibrata. Questi dati, tra gli altri, verranno approfonditi in occasione delle “Giornate della dieta mediterranea – patrimonio UNESCO”, in programma a Bologna dal 14 al 16 novembre. Previsti incontri, degustazioni speciali con staffette di celebri cuochi, esposizione di prodotti locali e provenienti dal Cilento, laboratori dedicati alle famiglie per apprendere le basi del consumo consapevole in merito ai prodotti ittici e produzione di differenti tipi di pane. La dieta mediterranea, infatti, è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie: il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre nel rispetto delle tradizioni di ogni comunità.
La scelta degli alimenti è infatti fortemente influenzata dai vincoli economici, soprattutto in tempi di crisi come quelli attuali. Sono stati comparati tre diversi modelli alimentari da seguire per una settimana valutandone l’aspetto nutrizionale e quello economico: dieta corrente (mediamente seguita), dieta mediterranea, dieta fast food. I risultati sono sorprendenti. Innanzitutto dal punto di vista nutrizionale: il carrello degli italiani è ricco di grassi (37% delle calorie totali) e povero di fibre (18,3 g/die) con uno scarsissimo consumo di legumi e una quota di carboidrati nel suo complesso che non arriva al 50% dell’energia totale dei nutrienti. Si nota inoltre che il menù attualmente consumato dagli italiani costa settimanalmente a una persona 48.17 euro mentre il menu mediterraneo 50.28, solo 2.02 euro in più. Se invece ci si nutre in un fast food la spesa sale a 130.64 euro (in questo caso ovviamente è incluso il servizio, acqua, luce, gas eccetera). Correlato è l’impatto negativo dal punto di vista delle patologie legate all’alimentazione, risultando che le fasce meno abbienti soffrono di alti tassi di obesità, diabete, malattie cardiovascolari, osteoporosi, carie dentali e alcune forme di cancro.
La dieta mediterranea è stata dichiarata patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO il 16 novembre 2010 a Nairobi. Tale importante riconoscimento, felice coronamento di un iter iniziato quattro anni prima e ripreso con vigore nel 2009, consente di accreditare quel meraviglioso ed equilibrato esempio di contaminazione naturale e culturale che è lo stile di vita mediterraneo come eccellenza mondiale.
UN APPUNTAMENTO
Hai bisogno di informazioni
oppure necessiti di fissare un appuntamento
con il Poliambulatorio Oberdan per un consulto?