Un cuore in salute protegge il cervello
Per proteggere la memoria bisogna preoccuparsi di mantenere in salute il cuore. A svelarlo sono le analisi condotte da un gruppo di ricercatori guidato da Evan Thacker, esperto dell’Università dell’Alabama di Birmingham e della Brigham Young University di Provo (Stati Uniti), i cui risultati, pubblicati sul Journal of the American Heart Association, hanno dimostrato che dopo i 45 anni di età il rischio di sviluppare problemi di memoria, di apprendimento e nelle capacità di linguaggio è più elevato nelle persone che non godono di una buona salute cardiovascolare. Cuore e arterie agiscono in sinergia per far arrivare il sangue in tutti i punti dell’organismo, cervello incluso. Per questo mantenerli in salute è un ottimo modo per prendersi cura anche del resto degli organi e dei tessuti. Avere un apparato cardiovascolare sano riduce ad esempio il rischio di avere a che fare con le conseguenze del diabete o di livelli eccessivi di colesterolo nel sangue. Questa nuova ricerca, che ha previsto di monitorare lo stato di salute di oltre 17 mila individui di età pari o superiore ai 45 anni, ha aggiunto un nuovo beneficio associato al mantenimento di una buona salute cardiovascolare: la protezione della memoria.
All’inizio dello studio nessuno dei partecipanti soffriva di problemi di memoria o di apprendimento; allo stesso tempo, nessuno aveva mai avuto a che fare con un ictus. I test condotti dopo 4 anni hanno svelato che le capacità cognitive dei partecipanti che ricadevano nel gruppo caratterizzato dal peggiore stato di salute vascolare erano diminuite nel 4,6%, contro, rispettivamente, il 2,7 e il 2,6% di chi godeva di una salute cardiovascolare intermedia o migliore rispetto a tutti gli altri partecipanti. I meccanismi alla base di questa associazione non sono stati chiariti, ma Thacker ipotizza che a giocare un qualche ruolo potrebbero essere piccoli ictus con cui i partecipanti non si sono resi conto di avere avuto a che fare.
Il messaggio, commenta l’esperto, è “incoraggiante” perché “mantenere uno stato di salute cardiovascolare intermedio è un obiettivo più realistico per molte persone che quello di una salute cardiovascolare ideale”.
Tratto da Il Sole 24 Ore Salute online – 16 Giugno 2014
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