Come far tesoro del calcio contenuto nei cibi
Una porzione di spinaci contiene tanto calcio quanto un vasetto di yogurt. E un etto di rucola quasi come una tazza di latte. Ma quanto del calcio introdotto con la dieta viene realmente assorbito? Diversi studi hanno cercato di rispondere a questa domanda. In uno dei più recenti, in via di pubblicazione sul Journal of The Academy of Nutrition and Dietetics, ricercatori americani hanno analizzato tre studi precedenti, relativi a donne in post-menopausa nelle quali era stata misurata la percentuale di calcio assorbita dopo un pasto, rilevando una serie di associazioni, sia negative che positive, fra assorbimento di calcio e una serie di fattori. In particolare, si è visto che l’età e il consumo di alimenti ad alto contenuto di fibra o di pasti molto calorici sono correlati a una riduzione dell’assorbimento di calcio, che è invece favorito dalla presenza nella dieta di carboidrati, grassi e potassio.
«Queste osservazioni – commenta Alessandro Pinto, ricercatore in Scienza dell’alimentazione al Dipartimento di medicina sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma – sottolineano l’importanza di valutare non la presenza di un singolo nutriente, ma le abitudini alimentari e lo stato fisiologico di un individuo nella loro globalità. Peraltro, è noto da tempo che l’assorbimento del calcio diminuisce con il passare degli anni. Riguardo agli altri fattori che ne influenzano l’assorbimento, alcune sostanze possono favorirlo e altre ostacolarlo. Fra queste ultime ci sono: gli ossalati, di cui sono ricchi spinaci e pomodori; i fitati dei legumi e dei cereali e, più in generale, la fibra, sebbene alcune frazioni come l’inulina possono favorirlo. L’ assenza o la scarsa presenza di queste sostanze in certi ortaggi, come i cavoli e i broccoli, fanno sì che l’assorbimento del calcio in essi contenuto sia piuttosto elevato».
Allora, meglio i broccoli del latte? «Bisogna considerare la frequenza con cui si consumano e di sicuro si beve il latte più spesso di quanto si mangino i broccoli». osserva Pinto. Insomma, sapere quanto calcio c’è in un alimento è utile, ma non è tutto? «Verissimo – dice il ricercatore -, ma non basta neppure sapere quanto ne viene assorbito, perché il bilancio del calcio dipende anche da quanto ne viene eliminato, soprattutto attraverso le urine, e sappiamo che un eccesso di sale, di alcol e di proteine possono aumentarne le perdite urinarie. Ecco perché è importante assicurare gli apporti di calcio raccomandati (per l’adulto, 1 grammo al giorno) ma anche evitare di eccedere con gli alimenti che contengono sostanze che possano inibirne l’assorbimento e favorirne l’eliminazione».
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