Episodio 33: volontariato, altruismo o egoismo?
“Ciò che mi ha spinto nella mia piccola esperienza a fare volontariato è la voglia di aiutare qualcuno, portare principalmente un sorriso e donare parte del tempo libero ad aiutare gli altri”
E.B, 45 anni, volontaria
Cosa ci spinge ad aiutare gli altri? A sostenere le persone più fragili e bisognose? Magari siamo mossi dal desiderio di renderle felici, di migliorare la loro giornata, o forse solo per donare loro un sorriso. Potremmo essere motivati dall’amore verso il prossimo.
Ma è solo per questo? Siamo spinti solo dall’altruismo? No, non è sempre così. In alcuni casi, spesso inconsapevolmente, aiutiamo gli altri per poter soddisfare delle esigenze e bisogni personali o per sentirci felici. Strappare un sorriso ai bambini malati e alla loro famiglia, offrire semplicemente compagnia ad anziani o prestare soccorso sanitario sono solo alcune delle situazioni che potrebbero farci sentire meno soli, più utili, magari non sempre indispensabili, ma sicuramente apprezzati. Questo ci fa sentire soddisfatti di noi stessi e sentiamo che il nostro valore viene riconosciuto anche dagli altri. Spesso quando aiutiamo qualcuno ci aspettiamo anche di ricevere l’approvazione da parte dell’altro. Ciò può rafforzare la nostra autostima.
Forse, alcune volte, è proprio quando noi stiamo affrontando un momento di fragilità che sentiamo il bisogno di fare qualcosa per dare una svolta alla nostra vita, aiutando gli altri. Quando non ci sentiamo amati o capiti. Quando proviamo un senso di colpa associato a delle vicende personali. Non sempre sappiamo come alleviarlo, come affrontarlo, ma alcune volte potremmo cercare di farlo aiutando gli altri. Fornire il supporto a persone bisognose potrebbe farci sentire meno il dolore associato alle nostre mancanze, lo sentiremo pesare meno sulle nostre spalle e ci potremo sentire più leggeri.
Come sostiene un proverbio giapponese: fare del bene agli altri fa bene a se stessi, ma dobbiamo tenere ben a mente che non è la soluzione. Aiutare gli altri non ci permetterà di affrontare, o eliminare, i nostri dolori, le nostre fragilità o debolezze. Prima di poter essere di supporto agli altri dobbiamo saper prenderci cura di noi stessi e delle nostre difficoltà. Aiutare persone bisognose può farci sentire meglio solamente se prima impariamo ad affrontare le nostre fatiche. Per questo motivo risulta fondamentale la nostra formazione come volontari, per acquisire competenze specifiche e per non essere esposti a stimoli emotivi che potrebbero travolgerci. Così possiamo metterci in gioco, diventando un supporto per gli altri, ma anche per noi stessi, sperimentando una crescita personale.
Ciò accade quando decidiamo di svolgere attività di volontariato, ma anche nella vita di tutti i giorni. Ti è mai capitato di aiutare un familiare o un amico e sentirti meglio?
“Ciò che mi ha portato a dedicarmi al volontariato è sicuramente la voglia di aiutare gli altri e migliorare le loro giornate, ma allo stesso tempo per poter portare un cambiamento nella mia vita. Sentivo di non essere felice e soddisfatta. Quando mi dedico al volontariato mi sento appagata, felice e arricchita anche io”.
S.B, 24 anni, volontaria
Per approfondimenti:
- Longhurst, E.N. (2021). Omoiyari. L’arte giapponese di prendersi cura degli altri. New York: HarperCollins.
- Marta, E., & Pozzi, M. (2007). Psicologia del volontariato. Roma: Carocci
“DIREZIONE PSICOLOGIA: Una bussola per il quotidiano”
Vi è mai capitato di avere difficoltà a concentrarvi e a dormire poco e male, senza sapere il perché? Di rinunciare a qualcosa per paura di fallire? Di non sapere come comportarvi davanti ad un evento improvviso? A partire da episodi di vita quotidiana, in brevi articoli rifletteremo insieme, sempre accompagnati da riferimenti scientifici, su come funzioniamo, cosa proviamo e perchè.
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