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Episodio 28: “Il primo giorno di scuola”

A tutti va il nostro saluto

ed un lieto benvenuto

al bambino e al genitore

che hanno forse il batticuore

una carezza e una stretta di mano

ed insieme andremo lontano

qui a scuola sotto un unico tetto

piano piano passetto passetto.

Le maestre salutano così

la mattina di ogni dì!”

da “Una scuola intorno a noi”

L’inizio della scuola.

Ritorniamo un momento bambini.

A quando camminavamo mano nella mano con la mamma o il papà. Arrivavamo al cancello e noi, piccolini, ci trovavamo di fronte un grande edificio. Grandi erano anche le maestre, i bidelli, la direttrice. Piccolini in un mondo grande. C’è chi era al settimo cielo perchè tornava a giocare con i propri amici. Chi era sopraffatto da quelle grandezze che lo potevano schiacciare. Qualcuno era un continuo domandare: “Mamma in che classe saremo?”, “Maestra chi è il mio compagno di banco?”, “Luca cosa hai fatto durante le vacanze?”. Ad altri ancora spaventava l’idea di tornare a fare i compiti e i lavoretti per paura di non riuscire a farli o non essere all’altezza del compagnetto più bravo. E proprio questa era una delle difficoltà maggiori che ci trovavamo ad affrontare: riuscire ad essere autonomi, a fare cose diverse in un modo diverso, in un posto dove mamma e papà non erano con noi.

In questo vortice di emozioni c’era chi riusciva a stare a galla e navigava a gonfie vele e chi sentiva di affondare. E allora, la sera prima di andare a scuola, si facevano largo i mal di pancia, i mal di testa o le febbri. Erano il modo che avevamo per comunicare, senza che lo sapessimo, che non riuscivamo a reggere tutte quelle emozioni, che forse la nostra nave stava imbarcando acqua. Perché essere piccoli in un mondo grande non è facile. Anzi, per qualcuno non era semplice neanche stare con chi, come lui, piccolo lo era ancora. Ma sono passaggi necessari per iniziare a crescere. E con i genitori vicino può essere tutto un pochino più facile. Quando ci accompagnavano al cancello della scuola eravamo contenti di averli al nostro fianco e loro di essere lì con noi. Ma per noi era importante anche quando si andava a comprare insieme il materiale o i vestiti per l’anno scolastico. Perché scegliere il diario o le scarpine ci faceva sentire grandi: avevamo preso una decisione! E quell’oggetto, che fosse di un supereroe o del nostro cartone animato preferito, diventava il primo compagno di avventure, con cui ci divertivamo ma che poteva anche proteggerci.

Tutto ciò era uno stimolo, un allenamento, un rinforzo per affrontare un viaggio pieno di sorprese, emozioni, giorni di sole e altri tempestosi. Mamma e papà a scuola non c’erano.

Non potevamo fare affidamento sulla loro presenza fisica. Ma averli vicini nei momenti fuori dalla scuola ci aiutava a sentirli con noi quando eravamo da soli.

Cara mamma, caro papà. Questo tuffo nel passato era per te.

Quando accompagnerai tuo figlio a comprare il diario, i vestitini o al cancello della scuola prova a non dimenticarti di ciò che hai provato tu alla sua età. Diventare grandi, imparare a essere autonomi non è facile. Per farlo bisogna però mettere la testa fuori dal guscio, uscire dall’ambiente protetto. Anche se non sei con il tuo bambino cerca di supportarlo, di stargli vicino ma non sostituirti a lui. E ciò aiuterà a far sì che il turbinio di emozioni che provate rimarrà una brezza piacevole e non si trasformerà in un tornado.

Per approfondimenti:

  • Alberto Pellai, “Si va a scuola”. 2019, Erickson
  • Loredana Benedetto e Massimo Ingrassia, “ Psicologia dei legami genitoriali”. 2010, Carocci

 “DIREZIONE PSICOLOGIA: Una bussola per il quotidiano”

Vi è mai capitato di avere difficoltà a concentrarvi e a dormire poco e male, senza sapere il perché? Di rinunciare a qualcosa per paura di fallire? Di non sapere come comportarvi davanti ad un evento improvviso? A partire da episodi di vita quotidiana, in brevi articoli rifletteremo insieme, sempre accompagnati da riferimenti scientifici, su come funzioniamo, cosa proviamo e perchè.

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