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Viaggiare: che scoperta!

Guardo fuori dal finestrino dell’aereo durante il volo di ritorno da una vacanza e la mia mente inizia a viaggiare. Pensieri, emozioni e nostalgie mi pervadono. Rifletto su ciò che questo viaggio mi ha lasciato e su ciò che mi porto a casa. Se penso a cosa significa  per me viaggiare mi vengono in mente moltissime parole: conoscenza, scoperta, novità, consapevolezza, crescita… E a voi? Cosa viene in mente? 

S.B, 25 anni

Il viaggio viene spesso percepito come un momento per staccare la spina. Tanti di noi, parlando delle vacanze, affermano di partire per fuggire dal lavoro, dalla famiglia o dallo studio ed è così. Ma è solo questo? Il viaggio può rappresentare tante cose, ma in particolare è un momento che ci prendiamo per noi. Nella frenesia della vita quotidiana viviamo come missili: corri a lavoro, a prendere i figli, in palestra, poi si ritorna a fare… non ci fermiamo mai e abbiamo poco tempo da dedicare a noi stessi. E tante volte fermarci ci fa paura. Questo può essere uno dei motivi che ci frena nel decidere di prendere e partire. Alcune volte non ci riusciamo, altre decidiamo di partire rimanendo nella nostra zona di comfort, vivendo come turisti: le escursioni organizzate, i ristoranti vicino all’hotel già individuati, ogni giorno già programmato; un viaggio in cui abbiamo tutto sotto controllo. Altre volte invece decidiamo di partire per avventure che possono perturbare il nostro equilibrio e diventiamo così viaggiatori: scoprendo un mondo interno ed esterno straordinario, lasciandoci guidare dal cuore, dall’anima e dal corpo. Ed è in quest’ultimo caso che quando troviamo il coraggio per volare lontano dal nostro nido sicuro il viaggio si trasforma in un’occasione di scoperta e di crescita. Viaggiando alimentiamo la nostra curiosità, libertà, conoscenza… ci nutriamo. Abbiamo l’opportunità di raggiungere posti lontani o vicini da casa, volare in un altro paese o addirittura dall’altra parte del mondo. Conoscere sapori, culture o paesaggi nuovi e lontani da noi. Inoltre, entriamo in contatto e in sintonia con le persone del posto, ma anche con i nostri compagni di viaggio. Lontano dai ritmi quotidiani il rapporto può cambiare: matura e si intensifica. Il modo di dialogare cambia, ci si confronta, ci si ascolta e ci si mette a nudo, questo ci permette di conoscerci meglio. Si crea così una sinergia nuova e intensa. 

In viaggio ci facciamo guidare dall’ignoto, ci troviamo faccia a faccia con le nostre paure e con i nostri limiti, ed inevitabilmente dobbiamo affrontarli. Parlare una lingua che non conosciamo, addentrarci in vie sconosciute, non avere il controllo di ciò che ci circonda… sono solo alcuni esempi di cosa potremmo incontrare lungo le strade che percorriamo nel nostro viaggio. Questo può spaventarci e così il viaggio diventa faticoso. Uscire dalla routine, fermarsi o vivere adattandosi ad altre abitudini può essere destabilizzante e difficile: aumenta la tensione, ci si annoia, il nostro corpo reagisce. Mangiare il cibo di un’altra cultura può non piacerci, prendere i mezzi pubblici può farci sentire a disagio e mettersi alla prova può sconvolgere il nostro equilibrio. Oppure al contrario vivere questi cambiamenti può farci sentire vivi. Svestirci delle nostre abitudini e indossarne di nuove ci può far sentire diversi ed elettrizzati, ciò che abbiamo vissuto entra a far parte della nostra quotidianità, trasformandola. Ci capiterà di essere più sciolti nel relazionarci con gli altri, potremo affrontare ciò che è sconosciuto con maggiore coraggio e forza, scopriamo relazioni, risorse e competenze che erano schiacciate dalla quotidianità…

Viaggiare, così, ci avvicina anche a noi stessi, è un’immersione dentro noi.

In viaggio sentiamo emozioni, ascoltiamo i nostri bisogni, desideri e paure, scoprendo nuove risorse e abilità. Sia quando ci spaventa sia quando ci elettrizza, il viaggio si trasforma in un percorso interiore, attraverso il quale impariamo a relazionarci con il nostro mondo e il mondo che ci circonda. Siamo noi la nostra bussola. E quando il viaggio finisce, possiamo riscoprirci nella vita di tutti giorni.

Il viaggio è quindi come l’aereo che in volo entra impavido tra le nuvole, viene travolto e scosso, ma ne esce integro. Quando viaggiamo ci troviamo immersi in un turbinio di emozioni, colori,  paesaggi, persone… ma ne usciamo più forti e ricchi di prima. Il viaggio lascia così un segno indelebile sulla nostra pelle, un segno che ci fa crescere e conoscere. Ci apre gli occhi, mostrandoci cosa davvero conta per noi e quali sono le nostre priorità.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel vedere nuove terre ma nell’avere nuovi occhi

(M. Proust)

Per approfondimenti 

  • Carbonetto, M. G. (2007). Il viaggio, metafora della vita. Turismo e Psicologia.

  • Magris, C. (2008). L’infinito viaggiare. Milano. Mondadori.

DIREZIONE PSICOLOGIA: Una bussola per il quotidiano”

Vi è mai capitato di avere difficoltà a concentrarvi e a dormire poco e male, senza sapere il perché? Di rinunciare a qualcosa per paura di fallire? Di non sapere come comportarvi davanti ad un evento improvviso? A partire da episodi di vita quotidiana, in brevi articoli rifletteremo insieme, sempre accompagnati da riferimenti scientifici, su come funzioniamo, cosa proviamo e perchè.

Potete leggere i nostri articoli sul sito del Poliambulatorio Oberdan /Attività/ Direzione psicologia  https://poliambulatorioberdan.it/direzione-psicologia-bussola-quotidiano o sulla pagina Facebook Poliambulatorio Oberdan

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