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LASCIA CHE IO SIA…

 

I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi d’essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere.
Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.
 
 “I vostri figli”
di Khalil Gibran

 

“Sarò un bravo genitore?” “Saprò aiutare mio figlio a crescere libero e felice?” Già da quando scopriamo di aspettare un figlio, si affacciano le aspettative e i desideri su come sarà, su che carattere avrà, sulle passioni che coltiverà, chiedendosi se saranno uguali alle nostre.

Che noi come mamma e papà accettiamo nostro figlio per come è e per come sarà può essere scontato, ma non è sempre così. A volte abbiamo alte aspettative nei suoi confronti. E così, se sembra portato per il pianoforte, ce lo immaginiamo come un futuro concertista. Se scrive bene, vediamo in lui un futuro scrittore. Se è uno sportivo, un futuro atleta delle olimpiadi. A volte queste aspettative hanno a che fare con la nostra vita non vissuta: cerchiamo di riscattarci e di realizzare i nostri sogni infranti proprio attraverso i nostri figli. Così, come mamma iscrivo e accompagno mia figlia a danza, sognando quella ballerina che io non sono riuscita a diventare o come papà alleno la squadra di calcio, immaginando mio figlio come futura promessa del campionato.

Altre volte, invece, ciò che è alla base di come ci immaginiamo i nostri figli è l’idea di continuità: trasferiamo su di loro passioni, ambizioni e desideri, sperando che possano percorrere la nostra stessa strada, avere gli stessi obiettivi, fare lo stesso lavoro, sognando dei “piccoli noi”.

Ma proviamo a chiederci: a quale prezzo si ottiene un “bravo bambino”? Quel bambino che è il nostro orgoglio di genitori, capace di cogliere i nostri bisogni inconsci adattandosi, quello che corrisponde alle nostre aspettative, mettendo da parte il suo vero Sé e soffocando i suoi sentimenti più spontanei, perché inaccettabili. Così facendo, quel bambino, il nostro bambino, non avrà modo di formare la propria identità, vivrà per accontentarci, più o meno inconsciamente, perché solo così avrà la percezione di essere amato.

È vero che se nostro figlio è diverso da ciò che ci aspettiamo, questo ci sorprende, a volte ci sconvolge. Ma noi genitori siamo solo un arco dal quale scocca la freccia, nostro figlio. Non si sa quale sarà la potenza della freccia, la sua direzione e dove colpirà, ma la si potrà soltanto osservare mentre traccia la sua traiettoria.

Certo, è difficilissimo. Fare il genitore è il mestiere più complesso e nessuno ci insegna a farlo. Ma possiamo provare. E, anziché soffermarci sulle aspettative deluse, proviamo a chiederci: è felice mio figlio?

“Ricordiamoci che nostro figlio è come un albero, destinato a crescere e svilupparsi al massimo delle sue possibilità e nessuno, nemmeno lui, sa quale tipo di albero diventerà. Forse un’imponente sequoia, un pioppo solitario, un ciliegio carico di frutti o una maestosa quercia. Possiamo solo essere fiduciosi sul fatto che il suo cervello è programmato per realizzare tutto il suo potenziale. Perciò, il nostro unico e difficile compito, come genitori, è proprio questo: fidarsi”.

Così, possiamo semplicemente accompagnare nostro figlio mentre esplora se stesso e il mondo. Come un viaggio di scoperta. Per conoscere la propria natura, i propri bisogni, desideri, sentimenti e valori. Per capire se stesso, nella propria unicità e diversità. E in questo viaggio, come in tutte le avventure più belle, avremo un fantastico compagno: nostro figlio.

“La vita del figlio ha diritto ad essere difforme, differente dalla vita e dalle aspettative dei genitori.
Il vero dono della genitorialità è amare il figlio nella sua differenza.
Troppo facile amare il figlio quando corrisponde alle aspettative”
 
Massimo Recalcati

 

Per approfondimenti

  • Alvaro Bilbao (2015). “Il cervello del bambino spiegato ai genitori. Per far crescere i nostri figli nel modo migliore”
  • Alice Miller (1979). “Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé”
  • Alberto Pellai (2021). “L’educazione emotiva. Come educare al meglio i nostri bambini grazie alle neuroscienze”

“DIREZIONE PSICOLOGIA: Una bussola per il quotidiano”

Vi è mai capitato di avere difficoltà a concentrarvi e a dormire poco e male, senza sapere il perché? Di rinunciare a qualcosa per paura di fallire? Di non sapere come comportarvi davanti ad un evento improvviso? A partire da episodi di vita quotidiana, in brevi articoli rifletteremo insieme, sempre accompagnati da riferimenti scientifici, su come funzioniamo, cosa proviamo e perchè.

Potete leggere i nostri articoli sul sito del Poliambulatorio Oberdan /Attività/ Direzione psicologia  https://poliambulatorioberdan.it/direzione-psicologia-bussola-quotidiano o sulla pagina Facebook Poliambulatorio Oberdan

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