Over 60, una vita sedentaria porta alla disabilità

Durante la terza età garantirsi i livelli di attività fisica raccomandati dagli esperti non è l’unica precauzione da prendere per ridurre il rischio di sviluppare una disabilità. Secondo un nuovo studio apparso sulle pagine del Journal of Physical Activity & Health anche gli anziani che si mantengono fisicamente attivi devono ridurre il più possibile le ore trascorse stando seduti. Infatti dopo i 60 anni per ogni ora passata accomodati su una sedia o su una poltrona il rischio di non riuscire più a portare a termine autonomamente semplici compiti come mangiare, vestirsi o prendersi cura della propria igiene personale aumenta del 46%.
Gli autori dello studio, guidati dall’esperta della Feinberg School of Medicine di Chicago Dorothy Dunlop, hanno utilizzato per le loro analisi i dati relativi a oltre 2 mila persone di età pari o superiore ai 60 anni. Rispetto ad altre ricerche condotte in precedenza i livelli di sedentarietà non sono stati valutati sulla base delle dichiarazioni dei partecipanti, ma facendo indossare loro un accelerometro. In questo modo è stato possibile confermare le ipotesi scaturite dagli studi precedenti e dimostrare che l’esistenza di un legame tra sedentarietà e disabilità è un potenziale problema reale.
“Significa che gli anziani devono ridurre la quantità di tempo che trascorrono stando seduti, di fronte alla tv o al computer, indipendentemente dal fatto che svolgano un’attività fisica moderata o intensa”, spiega Dunlop, che non manca di fornire qualche consiglio per ridurre al minimo le ore passate in posizione seduta: stare in piedi mentre si parla al telefono, evitare di compiere brevi tragitti in auto anziché a piedi, parcheggiare un po’ più lontano del solito dalla propria destinazione e, se possibile, preferire le scale all’ascensore. Lo sforzo richiesto non sembra particolarmente gravoso, mentre i benefici che se ne possono trarre in termini di qualità della vita appaiono decisamente significativi.
Tratto da Il Sole 24 Ore Salute